Il Copione di Vita

“COME ANDRA’ A FINIRE ?”

L’ Analisi Transazionale con il concetto di copione spiega come gli schemi di vita attuali abbiano origine nell’infanzia e di come, nella nostra vita di adulti, noi continuamente riproponiamo degli schemi infantili anche quando generano risultati autolesionistici e dolorosi.

Eric Berne, fondatore dell’Analisi Transazionale, definisce il copione come :
“un piano di vita inconscio che si basa su di una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva”

Esaminiamo, a uno a uno, i diversi aspetti del Copione di vita:

  1. “UN PIANO DI VITA”
    Per l’Analisi Transazionale si tratta di un piano specifico: è redatto sotto forma di azione drammatica con un suo netto inizio, una parte di mezzo ed una fine. Prendiamo decisioni di copione ad ogni età: le più importanti vengono già prese all’età di due o tre anni, poi confermate a sei-sette anni e in adolescenza il piano di vita viene aggiornato con aderenza alla realtà del momento.
    In generale prima si prende una decisione più la sua influenza sarà di vasta portata e più sarà difficile fare una “ri-decisione” rispetto al copione di vita. Questo percorso è possibile grazie alla psicoterapia e all’ampliamento della propria consapevolezza rispetto ai messaggi inviati dai genitori . (Esempi di “Messaggi genitoriali”/<spinte corrispondenti>: “Sono contenta quando mi aiuti”\<compiacimi>; “Sei una bambina indipendente”\<Sii forte>, “Vorrei che tu non fossi mai nata”\<non esistere>; “Allontanati da me”\<Non essere intimo>)
  2. “IL COPIONE E’ DECISIONALE”
    Il copione, come detto, si basa su una serie di decisioni che vengono prese nell’infanzia, infatti è il bambino che decide quale sarà il suo piano di vita. (“Mi piace vivere, dovranno riuscire veramente a rendermi la vita impossibile prima che io voglia morire”)
    In effetti ciò che incide sul copione è quello che il bambino interpreta del comportamento dei genitori indipendentemente dalla realtà e lo stesso stimolo può determinare effetti a volte anche opposti. Berne racconta l’aneddoto di due fratelli la cui madre diceva: “Tu finirai in manicomio”. Uno dei due fratelli divenne infatti un paziente psichiatrico, mentre l’altro divenne uno psichiatra.
  3. “IL COPIONE E’ RINFORZATO DAI GENITORI”
    Il copione viene rinforzato dai genitori attraverso messaggi verbali e non verbali.
    Una ragazza torna a casa trionfante: “Papà, papà! Ho preso neve in chimica…!!”
    Il padre: “E che te ne fai..” (con aria di trascuratezza). La ragazza decide che dovrà prendere numerosi “nove” (fare carriera e procurarsi tanti titoli) per avere attenzione da suo “padre”, senza tuttavia placare mai questo suo bisogno arcaico.
    I genitori inviano messaggi di copione i quali costituiscono la struttura di riferimento in risposta alla quale il bambino prende le principali decisioni di copione.
    Questi messaggi di copione possono essere espressi anche come ordini diretti “Fai quello che ti ho detto! Non seccarmi! Non essere stupido!”
    La potenza di questi messaggi\comandi dipenderà da quanto spesso sono ripetuti e dai segnali non verbali ad essi associati.
  4. “GIUSTIFICATA DAGLI AVVENIMENTI SUCCESSIVI”
    Spesso non facciamo altro che interpretare la realtà all’interno della nostra struttura di riferimento, cosicchè essa possa giustificare le decisioni del copione prescelto.
    L’adolescente, dopo aver deciso la parte fondamentale della sua vita, proverà ad interpretarla nella vita reale con i coetanei, cercherà in particolar modo quei copioni simili al suo e del resto ogni persona porta quasi scritto in faccia il suo copione (viene detta “scritta sulla maglietta”).
  5. “CULMINA IN UNA SCELTA DEFINITIVA” (tornaconto finale)
    Il bambino quando scrive il suo copione decide anche quale sarà il finale soprattutto se il suo copione prevede un finale particolarmente tragico. Il carattere di ripetitività del copione rivela che, quando da adulti si realizza il copione, senza alcuna consapevolezza, si scelgono dei comportamenti che permettono di raggiungere il tornaconto del copione prescelto. Il tornaconto, secondo Berne è “il destino ultimo o manifestazione finale che segnala conclusione di un piano di vita. Di solito può essere ridotto a quattro alternative: essere un solitario, essere un fannullone, diventare matto, cadere morto stecchito”

Riferimenti bibliografici:

Ian Stewart, Vann Joines; “L’analisi transazionale”- Guida alla psicologia dei rapporti umani, Garzanti 1987.
Stan Wollams, Michael Brown, ”Analisi Transazionale” – Psicoterapia della persona e delle relazioni, Cittadella Editrice, 1985.

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