DEFINIZIONI
(Published in: Wörterbuch der Psychotherapie, pp. 18, 122, 168, 484, 579, 582; Gerhard Stumm und Alfred Printz, (Herausgeber) Springer-Verlag, Wein und New York.)
- PULSAZIONEWilhelm Reich scoprì la pulsazione della forza vitale e la considerò la sua scoperta più importante. Fra i suoi libri pubblicati tale pulsazione viene menzionata per la prima volta in ‘Funzione dell’orgasmo’, sebbene possa essere già comparsa in precedenza nel ‘Giornale Internazionale di Economia Sessuale e Ricerca sull’Orgone’.Il termine è ora usato ampiamenente in tutto l’ambito della psicoterapia corporea e lo possiamo trovare in molti libri e riviste. (Non conosco nessuna modifica significativa del termine e del concetto di ‘pulsazione’. Successivamente parlerò di ‘instroke’ e ‘outstroke’ , ma non si tratta di una modifica al concetto quanto piuttosto di un perfezionamento di esso).La pulsazione rappresenta il muoversi dell’energia orgonica attraverso tutta la natura. E’ un movimento verso fuori e verso dentro, cioè dal centro alla periferia, che Reich descrive come espansione e contrazione. Questo movimento, nel mondo, è rappresentato dai ritmi naturali delle stagioni, dal battito cardiaco, dalle attività intestinali, dalla formazione e dispersione dei complessi metereologici e temporaleschi, dall’EEG, dall’azione pulsante tipica del pieno orgasmo etc… Questo fluire ritmico fuori e dentro –negli esseri animati come nei non-animati- rappresenta il movimento primordiale dell’Orgone nel mondo materiale. L’Orgone pulsa in continuazione, sia a livello manifesto che non.Negli esseri viventi, la forma più elementare di questo processo è ben visibile nel moto a spinte ritmiche di organismi unicellulari come l’ameba. Possiamo vedere come il plasma fluisce fuori, verso la periferia, per muoversi e per cercare cibo. E possiamo anche vedere come l’organismo si raccoglie di nuovo in se stesso per fare il prossimo slancio ritmico verso l’esterno –dal centro alla periferia e viceversa. Anche in situazioni di stress si contrae verso il centro.
Tutti gli organismi –da quelli unicellulari agli esseri umani- si espandono verso l’esterno in condizioni di salute e piacere e si contraggono verso il loro centro in condizioni di pericolo, dolore, paura o malattia.
Quando qualcosa interferisce col movimento pulsatorio emergono disequilibri, disordini e malattie, sia a livello fisico che psicologico. Quando poi nell’essere vivente la pulsazione cessa del tutto ecco che sopraggiunge la morte.
- CONTRO-PULSAZIONEReich utilizzò il termine ‘armatura’ o ‘corazza’ per descrivere il trattenimento del flusso energetico sia nel corpo che nella psiche – ‘corazza muscolare’ e ‘corazza caratteriale’. La corazza è il prolungarsi nel sistema di uno schema d’interferenza che impedisce all’orgone di pulsare, dando luogo così a una diminuzione di sensazioni, di consapevolezza, di esperienza, di emozioni e di attività mentale. Funziona resistendo e reprimendo ed è la sorgente di tutti i problemi fisici e psichici.La contro-pulsazione è un termine coniato da Charles Kelley che sostanzialmente corrisponde all’armatura, tuttavia illustra meglio tale processo perché coglie la sua qualità dinamica. Tutte le resistenze (corazze) sono di matrice energetica per cui sono tutti processi attivi –qualcosa che sta succedendo precisamente adesso. Anzi, c’è di più: si tratta di qualcosa che la persona sta facendo a se stessa in questo momento.In origine, il motivo ‘storico’ alla base del bloccare e del trattenere fu il proteggersi contro qualche minaccia esterna: un genitore arrabbiato, un padre ubriaco, un attacco fisico, un abuso sessuale. Ma col tempo, la ragione originaria del blocco ha cessato di esistere, eppure il blocco continua. Psicologicamente ciò è chiamato introiezione, identificazione etc…- cioè l’assunzione dei sistemi genitoriali come se fossero i propri. Ora la persona sta facendo a se stessa ciò che in origine qualcun altro le aveva fatto. Ha creato un’attiva contro-pulsazione al fluire dell’energia. Si sta trattenendo utilizzando un po’ della sua energia per bloccare il flusso pulsatorio della fonte energetica originaria.E’ un processo attivo che la persona fa a se stessa. Ha radici storiche, ma è ora un’attività del presente quotidiano.
- INSTROKE E OUTSTROKEIn ‘Funzione dell’orgasmo’ Reich ha usato i due termini ‘espansione’ e ‘contrazione’ per descrivere il flusso energetico dal centro alla periferia. Anche Charles Kelley utilizzò questi termini ma fece pure riferimento all’ ‘instroke’ e all’ ‘outstroke’ della pulsazione per descrivere la direzione del flusso energetico. Tali parole si trovano un po’ in tutti i suoi scritti ma in special modo nel ‘Libro Rosso’, il suo libretto di istruzioni. Noi abbiamo preso tali termini e li abbiamo ulteriormente sviluppati.Instroke e outstroke offrono una migliore descrizione del flusso energetico perché sono termini neutri che si riferiscono solo alla direzione del movimento. Espansione e contrazione, invece, non descrivono solo la direzione ma anche la qualità del movimento e implicano un giudizio –l’espansione è buona e la contrazione è cattiva.L’espansione non è solo il muoversi dell’energia dal centro alla periferia: in termini reichiani è anche la fonte di tutto il piacere. Allo stesso modo, la contrazione non è solo un moto verso l’interno, esso produce anche ansia.Eppure il dormire –che è un rifluire verso l’interno dell’energia, tecnicamente dunque una contrazione- non ha una qualità contratta. E non è detto che tutti i movimenti dell’energia verso l’esterno siano piacevoli e non-contratti. Un moto verso il fuori –un outstroke- può essere esplosivo, dispersivo, senza contatto, incompleto e frustante.Un instroke –un flusso aperto verso il centro può essere ben altro che contrazione. Può essere un contatto con se stessi intenso, ricentrante, riposante, meditativo e ricaricante. Secondo la terminologia della Psicologia Umanistica, è uno ‘stato dell’essere’.
E’ la qualità del movimento che determina l’esperienza, non la direzione, ecco perché questa distinzione è importante. Di conseguenza, possiamo adesso lavorare anche col flusso dell’energia diretto verso noi stessi, considerando quindi non tanto la direzione quanto la qualità dell’esperienza.
- MODELLI DI CARICAIl flusso aperto e spontaneo dell’Orgone produce modelli di carica all’interno dell’organismo, cioà il modo in cui l’organismo si organizza in termini energetici. Questi modelli di carica si traducono in personalità, carattere, struttura dell’ego etc….Storicamente il lavoro reichiano si è interessato ai blocchi dei modelli energetici di carica. Il concetto di segmentazione –il corpo diviso in parti diverse e disconnesse- è un esempio di ciò nella sfera somatica. L’armatura caratteriale rappresenta i modelli energetici bloccati nella psiche. Funzionalmente essi (la corazza e i blocchi psico-energetici) sono la stessa cosa. I sistemi di blocco energetico psichici e somatici sono l’uno specchio dell’altro.Le varie scuole reichiane si sono focalizzate sullo sblocco di tali modelli; alcune orientandosi più verso il somatico, altre verso lo psichico. Ma, indipendentemete dal tipo di approccio, la maggior parte del loro lavoro si è concentrato sul liberare l’organismo da questi modelli di carica focalizzandosi sulla zona di sovraccarico, la corazza.La nostra comprensione dell’Analisi Funzionale cerca di portare ancor più in azione il concetto reichiano di funzionamento. Noi non lavoriamo su o con i modelli di carica presenti nella corazza. Noi cerchiamo di contattare la persona al di sotto delle difese e cerchiamo di mobilitare il nucleo del suo sistema energetico senza attivare la carica nei suddetti modelli.Lavorando a livello funzionale, gli schemi di carica assumono una posizione secondaria. Mentre riconosciamo le loro origini storiche e la loro importanza per il cliente non dobbiamo comunque lavorare per liberare da essi la persona. I modelli di carica, l’armatura e il carattere sono tutti visti come comportamenti sintomatici in risposta a uno schema più profondo. Quest’ultimo è la pulsazione primaria intorno al nucleo. Quando essa è disarmonica appaiono i sintomi e si manifestano i vari comportamenti. Quando viene ristabilito questo equilibrio profondo , scompaiono i sintomi e cambiano i comportamenti. Gli schemi di carica sono quindi modificati.Inoltre, agendo su questi livelli più profondi ci risparmiamo il lavoro con la formula carica-tensione-scarica. Quando mobilitiamo l’organismo in profondità, c’è solo flusso e pulsazione. La carica e la scarica diventano secondari o irrilevanti.
Anche se riconosciamo i modelli di carica sia sani che non, raramente lavoriamo con o su di essi. Tuttavia, l’obiettivo a lungo termine è cercare di cambiarli.
- CONTRIBUTI TEORICISono tre le aree principali a cui ho dato un contributo. La prima è la comprensione dell’importanza della fase instroke della pulsazione. Tradizionalmente il lavoro reichiano si basava sull’espressione della carica energetica. Lo sviluppo della comprensione dell’instroke e i metodi di lavoro realativi l’instroke del moto pulsatorio hanno permesso al lavoro reichiano di espandersi usufruendo di entrambe le fasi della pulsazione invece che di una sola. Adesso possiamo davvero dire di lavorare con la stessa pulsazione –sia col flusso ‘di andata’ che con quello ‘di rientro’. Questo ci ha permesso di ampliare e approfondire il lavoro, poiché ci dà più chances di operare energeticamente con determinate strutture caratteriali: lo schizoide, il borderline, l’orale e le strutture a ‘bassa’ (carente) energia. Il classico lavoro di scarica era o troppo pericoloso o del tutto inappropriato per queste strutture.Lo sviluppo della comprensione dell’instroke ha anche creato un modello di lavoro con quelle persone che tendono a seguire di più la qualità pulsatoria del flusso energetico. L’energia non si muove linearmente in un unico, continuo fluire verso l’esterno, ma avanza con ‘spinte pulsanti’ in avanti e indietro.Quando operiamo con questo ritmo, il cliente resta più in contatto con se stesso e col suo processo man mano che il lavoro va avanti. Uno dei risultati benefici è che il cliente è più attivo nel suo processo di guarigione e vengono meno messe in gioco armatura e resistenze: meno proiezione e meno transfert. Il lavoro è ora più ‘centrato sul cliente’, secondo la terminologia di Carl Rodger.Il mio secondo contributo teorico si concentra sui concetti alla base della psicoterapia corporea di ‘Points & Positions’. Il più importante di essi è un’evoluzione della comprensione funzionale di Reich. Verso la fine della sua vita egli scriveva che lavorare con le emozioni, i ricordi e la storia personale –il materiale base di quasi tutta la psicoterapia- stava diventando secondario rispetto a quella comprensione funzionale che precede ogni comprensione psicologica.
Questo ulteriore sviluppo dell’approccio funzionale ci permette di compiere scelte più chiare. Adesso possiamo decidere se lavorare a livello comportamentale –i sintomi- o a un livello più profondo e primario, quello del sistema stesso dell’organismo; si può scegliere di lavorare con la storia personale e con l’individuo oppure di focalizzarci sullo stesso processo di vita e di esistenza.
Il lavoro con Point and Positions ci ha aiutati a sviluppare ulteriormente la comprensione concettuale e il metodo per mobilitare l’organismo al suo stesso livello.
Il terzo contributo è un’approfondimento della comprensione di Reich riguardo all’importanza del plasma per un sano funzionamento. Nella sua prima elaborazione concettuale l’energia , a livello somatico, veniva bloccata per mezzo della contrazione muscolare. Ma non è possibile tenere in tensione un muscolo per venti anni, si stanca. E inoltre non c’era modo di spiegare organicamente come la psiche potesse bloccare il flusso energetico,visto che in essa e nel cervello non ci sono muscoli.
Il funzionamento del plasma, attraverso la formazione del tessuto connettivo, ci spiega chiaramente il modo in cui i muscoli possono contrarsi e irrigidirsi nel tempo così come ci chiarisce il processo di blocco a livello cerebrale. Il funzionamento del tessuto connettivo è la manifestazione fisica di quell’identità funzionale reichiana che unisce corpo e psiche in un unico principio.
La contrazione muscolare in risposta a uno stress è acuta e momentanea. Ciò che invece permette al muscolo di restare in tensione per venti anni è il formarsi di fibre supplementari di tessuto connettivo nel tessuto muscolare. Esse permettono al muscolo di sostenere a lungo la contrazione indotta dallo stress. Lo stesso vale per il cervello o per la psiche. Anche se non ci sono muscoli nel cervello, possono comunque verificarsi la formazione del tessuto connettivo e la disidratazione plasmatica. La combinazione di queste due componenti è responsabile dei blocchi.
L’energia vitale fluisce attraverso i fluidi del corpo. Una volta che, a causa dello stress, il tessuto connettivo comincia a costituirsi, avviene un processo di disidratazione nel plasma. Tale disidratazione rappresenta un impedimento al fluire energetico e ciò significa una diminuzione di sensazioni, di consapevolezza, di emozioni, di attività mentale etc, e, in seguito, lo sviluppo di specifiche patologie fisiche.
In più, comprendendo il ruolo del plasma, si può elaborare un modello di sviluppo caratteriale fondato non tanto sulla descrizione caratteriale quanto sul funzionamento energetico. I traumi precoci vengono ora visti biologicamente e psicologicamente in termini di contrazione plasmatica. Questo ci aiuta a capire non solo il malfunzionamento fisico del corpo, ma anche i disturbi emotivi e cognitivi conseguenti allo stress e al trauma. Per uno sviluppo sano, tutte queste componenti dipendono da un buon funzionamento plasmatico.
Lavorando con la contrazione plasmatica, si possono capire i traumi precoci situati a un livello pre-verbale.
Inoltre possiamo estendere ulteriormente questo modello lungo un ‘continuum’ di sviluppo caratteriale. La primissima risposta di un bimbo allo stress o a una minaccia si limita alla contrazione plasmatica. Via via che il bambino cresce, si sviluppano i sistemi cognitivo e neuro-muscolare che possono essere chiamati in causa per difendere l’organismo. Col passare del tempo, diminuisce la risposta plasmatica e matura il funzionamento cognitivo/neuro-muscolare assumendo un ruolo predominante.
In conclusione, possiamo ora comprendere le strutture caratteriali in termini di risposta plasmatica o neuro-muscolare.